Fini: “Pdl? Il partito del predellino”

Non risparmia giudizi Gianfranco Fini, durante il discorso a Mirabello e lo fa senza peli sulla lingua. Parla del suo ex partito, il pdl definendolo come “il partito del predellino”. “Il pdl non c’è più”, prosegue, senza farsi mancare commenti su ex di AN, definiti “colonnelli che hanno  cambiato generale e sono pronti a cambiarlo di nuovo”. Non si può rientrare in un partito che non esiste e che è morto il 29 luglio, ha poi affermato Fini. “Si va avanti – dice il presidente della Camera dal palco di Mirabello – senza ribaltoni o ribaltini, senza cambi di campo. E senza atteggiamenti che possano dare in alcun modo agli elettori la sensazione che noi si abbia raccolto voti nel centrodestra per poi portarli da qualche altra parte”. Ma si va avanti, avverte Fini, “convinti della necessità di onorare quel patto con gli elettori, ma fino in fondo, senza magari aggiungerci qualche parte che nel programma non c’era e che invece diventa un’emergenza”. Non manca un attacco alla legge elettorale. I parlamentari -afferma- devono essere scelti dal popolo. Il Presidente della Camera non manca di affrontare anche il tema economia, che deve ripartire; “non ci possiamo compiacere che i conti pubblici tengono”, anche se riconosce al governo il merito di aver operato bene per fermare la crisi. Dunque “credo che occorra il coraggio politico di dar vita a quelle riforme che erano nel programma originale del popolo delle libertà e che sono state dimenticate. E’ arrivato il momento di dar vita a riforme che portino ad un nuovo patto tra capitale e lavoro perché è indispensabile mettere i produttori di ricchezza dalla stessa parte della barricata dei lavoratori”. Il discorso di Fini ha toccato moltissimi punti, tra i quali il capo del Governo, la visita di Gheddafi, il federalismo fiscale, il lodo Alfano scatenando, come era prevedibile, le ire di molti ex compagni di partito e di coalizione.

foto © generazioneitalia.it

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